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Il termine diarrea indica l’emissione di feci liquide o semiliquide, ripetute nell’arco delle 24 ore. Spesso si associa ad altri sintomi gastrointestinali, quali gonfiore, crampi e in alcuni casi nausea e vomito.
Si tratta di una problematica molto comune che riguarda adulti e bambini, caratterizzata da emissione rapida e frequente (oltre tre evacuazioni al giorno) di feci abbondanti e poco formate. Questa condizione è dovuta all’aumento della secrezione e/o a un ridotto assorbimento dei liquidi, associati ad un aumento della motilità intestinale.
Le cause della diarrea possono essere molteplici: virus, batteri, farmaci, alimentazione, stili di vita scorretti ma anche viaggi o stress.
Oltre al disagio e al dolore, la diarrea presenta:
È utile ricordare che si tratta di un meccanismo di difesa, utile per eliminare il germe o la tossina che causa infiammazione della mucosa. Tuttavia, è importante intervenire nella fase acuta della diarrea per limitare il disagio, ridurre i tempi di guarigione e diminuire la perdita di fluidi e sali minerali importanti per il nostro organismo.
Nella maggior parte dei casi la diarrea si risolve in pochi giorni, al contrario, quando ha una durata maggiore può essere il segnale di un disturbo più importante.
Si distinguono infatti, due tipi di diarrea: la diarrea acuta, la forma più comune in cui si presenta questo disturbo, e quella cronica. Le forme acute di diarrea sono quelle che hanno una durata limitata a pochi giorni, di solito da 5 a 7 giorni e hanno un’origine prevalentemente virale o batterica. In particolare, gli attacchi di diarrea improvvisi potrebbero scatenarsi anche a seguito di infezioni alimentari, per il consumo di cibi contaminati da batteri come E. coli o Salmonella. Anche l’ansia, lo stress e alcuni farmaci possono provocare episodi acuti di diarrea.
Quando la diarrea perdura e si sviluppa per oltre un mese, si parla di diarrea cronica e comporta un disturbo più intenso che a volte può essere correlato ad altre condizioni, come ad esempio la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), le malattie infiammatorie intestinali e le sindromi da malassorbimento come l’intolleranza al lattosio e la celiachia.
Le cause che portano alla diarrea sia essa occasionale (acuta) o cronica, possono essere molteplici, tra le principali troviamo:
ALIMENTAZIONE O STILI DI VITA SCORRETTI: ciò che si mangia (cibi troppo piccanti o grassi, fritti o troppo ricchi di fibre) e come si mangia (troppo e troppo velocemente) possono influenzare il nostro benessere gastrointestinale e in alcuni casi, provocare diarrea. Inoltre, anche intossicazioni o intolleranze alimentari, come ad esempio, al glutine e al lattosio, possono causare diarrea.
VIAGGI: la diarrea è il disturbo che più comunemente colpisce i viaggiatori. Questo succede prevalentemente a causa dei cambiamenti dei ritmi di vita e dell’alimentazione abituale, nonché per gli sbalzi di temperatura e umidità o stress della partenza.
VIRUS E BATTERI: la cosiddetta «influenza intestinale» o gastroenterite è una problematica molto diffusa sia negli adulti, sia nei bambini; può essere di origine virale o batterica e provocare infiammazioni e irritazioni dell’intestino e dello stomaco con conseguente diarrea.
IBS (SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE), MALATTIE INFIAMMATORIE INTESTINALI: sono condizioni che tra i loro sintomi presentano diarrea anche ricorrente.
CONDIZIONI DI ANSIA E STRESS: le pressioni quotidiane della vita, impegni lavorativi e scolastici, appuntamenti sportivi importanti possono avere un impatto considerevole sul nostro benessere anche intestinale ed essere una causa che provoca diarrea.
ASSUNZIONE DI FARMACI: tra le cause più frequenti della diarrea ci sono numerosi farmaci e tra questi i più comuni sono gli antibiotici. Altri farmaci che, come effetto collaterale possono indurre diarrea sono le statine, i lassativi (quando utilizzati impropriamente o a dosaggi elevati), gli antiacidi contenenti magnesio, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).
CICLO MESTRUALE: in questa fase viene rilasciata prostaglandina, sostanza in grado di aumentare la motilità intestinale e provocare alcuni disturbi gastrointestinali, tra cui diarrea e mal di stomaco.
Per un sollievo rapido, è importante innanzitutto controllare la dieta. Alcuni cibi, infatti, possono aiutare a contenere i sintomi, altri invece, possono avere un’azione irritante nei confronti dell’intestino. Ad esempio, può essere utile il consumo di banane, riso e patate lesse perchè aiutano a solidificare le feci, ed è consigliato evitare cibi grassi, latticini e cibi piccanti.
Inoltre, poiché la diarrea provoca la perdita di liquidi, è importante restare idratati, bevendo acqua, brodo, meglio se di pollo, tè caldo e se necessario soluzioni reidratanti.
L’alimentazione gioca un ruolo chiave nella gestione della diarrea. Non è obbligatorio seguire una dieta in bianco ma è importante seguire una dieta leggera e facilmente digeribile che può aiutare a ridurre i sintomi e promuovere il recupero.
È consigliabile seguire, come sempre, le normali regole di sana alimentazione basata su una dieta varia ed equilibrata. Meglio preferire pasti piccoli e frequenti e aumentare progressivamente l’apporto calorico. Inoltre, è bene evitare cibi ad alto contenuto di zuccheri che possono peggiorare il disturbo.
In caso di diarrea si consiglia in generale di evitare condimenti pesanti, preferire metodi di cottura leggeri e seguire una dieta varia a base di cereali, patate, frutta ma anche carni magre, uova e pesce, meglio se ben cotte e con un filo di olio a crudo come condimento.
Infine, è bene prediligere verdure cotte come carote o zucchine, che sono più facili da digerire. Al contrario, è da evitare il consumo di verdure crude (più difficili da digerire), cipolle, agrumi, carni grasse, alimenti processati, dolci, burro e spezie che possono irritare l’apparato gastrointestinale.
Cosa mangiare a colazione?
In caso di diarrea, a colazione preferisci cibi leggeri come fette biscottate, riso soffiato o yogurt bianco (se tollerato). È meglio evitare caffè e succhi di frutta, optando invece per tè leggeri e tisane come camomilla o finocchio.